84 GIORNI – Le ombre di Caravaggio

Testi e Regia: Febo Quercia
Attori: Andrea Fiorillo, Matteo Lanzara, Annalisa Direttore, Antonio Perna, Sergio del Prete
Guida: Matteo Borriello
Abiti: Antonietta Rendina
Stampa: Milena Cozzolino

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Uno spettacolo itinerante dedicato alla figura di Michelangelo Merisi che ruota intorno al mistero dei quadri prodotti dall’artista a Napoli in soli 84 Giorni.

Nel capoluogo partenopeo, il pittore dissoluto e chiaccherato per le sue ambigue frequentazioni – amante di donne e di uomini, spavaldo nel guardare in faccia la vita come la morte – incontra un uomo senza scrupoli, il mercante Radolovich. A lui, che tenta di rubargli l’anima imponendogli la commissione di un quadro il cui soggetto Caravaggio definisce mediocre, opporrà tutta la sua grandezza d’artista.

Testimonianza certa vuole che il quadro di Radolovich sia stato pagato all’artista in anticipo: 200 ducati. Lo attesta una fede di credito ritrovata tra le cedole di pagamento dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Della Madonna con bambino in braccio non è stata però rinvenuta traccia a Napoli. Che cosa accadde tra il tormentato artista Merisi, capace di scrutare tra le profondità e gli abissi dello spirito umano e l’avido mercante? Tante le ipotesi emerse lungo il corso della storia: si sostiene che il quadro non sia mai stato realizzato o che sia entrato nella composizione delle Sette opere della Misericordia. Incompiuto o portato a termine da altra mano, le dicerie si rincorrono giungendo fino a Vienna, dove una Madonna del Rosario sembra incarnare esattamente le caratteristiche della commissione di Radolovich.

Come in un giallo storico, NarteA ricostruisce la vicenda, muovendosi tra testimonianze scritte e le ombre di un uomo tormentato, che ha fatto dei suoi demoni fulgida bellezza, traendo ombre dalla luce e luce dalle sue stesse tenebre interiori.

Nelle stanze dell’Archivio Storico del Banco di Napoli nel 2016 fu ritrovata una fede di credito attestante il pagamento di ben 200 ducati da parte di Niccolò Radolovich al Caravaggio per la commissione di un dipinto.
L’antico documento descrive minuziosamente la tela definita “Pala Radolovich” ed è stato esposto al pubblico per la prima volta al mondo a Palazzo Ricca.