DI CARNE, DI CERA, DI OSSA

Testi e Regia: Febo Quercia
Attori: Luigi Credendino, Valeria Frallicciardi, Alessio Sica
Guida: Marina Minniti, Matteo Borriello
Abiti: Antonietta Rendina
Stampa: Milena Cozzolino

Per info e prenotazioni:
339.7020849 o 333.3152415
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NarteA fa tappa al Musa – Museo Universitario delle Arti e delle Scienze, all’interno dell’ex Convento di Santa Patrizia (ora parte della Facoltà di Medicina dell’Università Vanvitelli), Cere anatomiche, scheletri, pietrificazioni, calcoli e calcinazioni, sono al centro di un’esposizione, da cui nascerà un itinerario teatralizzato dai toni noir.

Oggi Il convento ospita l’interessante Museo dedicato all’anatomia umana dell’ateneo, un gioiello da scoprire nei vicoli della Napoli antica. Nel 1871 fu il medico Giovanni Antonelli a stabilire il trasferimento del Gabinetto di Anatomia dal Collegio del Salvatore all’ex-Convento di Santa Patrizia. Qui pezzi anatomici di ogni epoca, forma e dimensione sono conservati con le più svariate tecniche. I reperti più antichi provengono dalle raccolte di Marco Aurelio Severino negli ospedali cittadini. Di grande interesse sono la collezione di malformazioni fetali, le pietrificazioni di Efisio Marini e i due corpi essiccati con il sistema vascolare evidenziato tramite iniezione intravasale.

Tra le mura del convento sarà facile essere rapiti dal teschio di Giuditta Guastamacchia, personaggio controverso della storia di Napoli, condannata a morte per un amore incestuoso che, insieme a quello di numerosi altri condannati dal Tribunale di Castel Capuano, fu conservato e utilizzato per la causa scientifica.

Il pubblico avrà accesso, in apertura straordinaria, all’ex Convento di Santa Patrizia, protettrice della città insieme a San Gennaro. Nel corso dell’itinerario si visiteranno i due chiostri del Convento, oggi sede di alcuni istituti della facoltà di Medicina della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.

Il Chiostro maggiore venne completamente deturpato: Sono poche le tracce degli antichi affreschi nella volta del corridoio che conduceva alla Chiesa delle monache.