Nel 1656 Napoli fu messa in ginocchio dalla peste. Più di due terzi della popolazione morì a causa del veloce contagio. Il Monastero di Santa Chiara, fu considerato in quell’epoca un’isola sana dove molte persone di nobile famiglia si rifugiarono per sfuggire al tremendo morbo. I giorni erano lunghi a passare, la vita in un ambiente monastico diventava difficile da gestire e alcuni ragazzi, come diversivo, decidono di ispirarsi al Decameron di G. Boccaccio per passare quelle interminabili ore.
Conoscere la letteratura era proprio delle Donne ed è proprio la giovane Cecilia che decide di ricreare l’atmosfera boccaccesca organizzando un gioco fatto di racconti e di storie, reali o inventate, appartenenti alla città. Fiabe, storie, pettegolezzi, diventano così la cornice di un unico racconto che parla di Napoli partendo proprio dal suo cuore: il complesso di Santa Chiara.
In questo suggestivo gioco boccaccesco gli ospiti avranno modo di conoscere sia lo splendido Complesso di Santa Chiara e i suoi ambienti, ma avranno anche modo di incontrare, oltre la giovane Cecilia, i personaggi che hanno vissuto nella città di Partenope ai tempi della Peste per conoscere le loro storie e il loro legame con il Monastero.
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